SOFFIAVENTO in scena al TeatroBasilica di Roma

SOFFIAVENTO 

una navigazione solitaria con rotta su Macbeth 

di Paolo Mazzarelli 

dal 17 al 20 marzo 2022 – TeatroBasilica (Roma)

Con Paolo Mazzarelli 

Scene Paola Castrignanò 

Sound design e musiche originali Luca Canciello 

Disegno luci Luigi Biondi 

Immagine locandina GIPI 

Produzione Theatron Produzioni 

Con il supporto di Centro Teatrale Umbro | Angelo Mai 

 Giovedì/sabato 21.00 

Domenica 17.45 

Sarà in scena dal 17 al 20 marzo 2022 al TeatroBasilica, l’attesissimo lavoro di e con Paolo  Mazzarelli: SOFFIAVENTO una navigazione solitaria con rotta su Macbeth. 

Un noto attore immaginario – Pippo Soffiavento – è in scena con la sua ultima interpretazione: il Macbeth di Shakespeare. Ma qualcosa va storto, lo spettacolo si interrompe, e l’attore è  costretto a calare la maschera, mostrando al pubblico non più il personaggio, ma sé stesso. Al  posto del ritratto del mitico Re di Scozia, va quindi in scena un (auto)ritratto di colui che  intendeva interpretarlo, ma col passare del tempo i ritratti dei due impegnati entrambi a fare i  conti col compiersi del loro destino finiscono per confondersi, fino a quando Macbeth e  Soffiavento si riveleranno essere due facce della stessa medaglia. La vanità, l’ambizione, la follia, il potere: che tu sia un artista o un re, che tu sia un tiranno o un attore, i nemici di un uomo  sono gli stessi, e quando al momento della resa dei conti lo si capisce, è molto spesso troppo tardi.

Diceva Carmelo Bene: “Macbeth è l’occasione di fare del grande teatro non teatrabile. È l’impossibilità di stare sulla scena”. 

Una impossibilità che sembra sancita dallo stesso Macbeth il quale, mentre il sipario già si  chiude sulla sua esistenza, prima paragona la sua parabola proprio a quella di “un attore che si  gode la sua ora sulla scena, e poi non se ne sa più nulla”, poi invoca la fine gridando in faccia  al suo destino le celebri battute “Soffia, vento! Vieni, naufragio!” che danno il titolo allo  spettacolo. Eppure, è lo stesso Shakespeare che sembra dircelo è proprio allora, quando il velo  dell’io cade e ci si affaccia sul regno dell’impossibile, è proprio allora che può succedere ad un  attore, ad un re, ad un qualunque essere umano di vedere e di vedersi. Ed è allora che, messo  alle spalle il tempo dell’uomo, ha inizio talvolta quello del Teatro. 

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