Margherita Corrado visita la Necropoli Ostiense e lancia la proposta di una rete dei luoghi culturali minori di pertinenza comunale.
La senatrice Margherita Corrado si è recata qualche giorno fa presso l’Ottavo municipio, lungo la Via Ostiense, per visitare un sito archeologico di grande importanza, limitrofo alla Basilica di San Paolo fuori le mura, che appartiene al Comune di Roma ed è gestito dalla Sovrintendenza capitolina. La visita della senatrice ha interessato il lembo di una vasta necropoli che è stata identificata già nel ‘700 ma, nel caso presente, lo scavo è stato effettuato circa cento anni fa, nel 1917-18, per l’occasione dell’ampliamento della Via Ostiense.
“Ad occuparsene – spiega Margherita Corrado – è stato Giuseppe Lugli, uno dei grandi archeologi dell’epoca”. E aggiunge: “Si intravedono edifici funerari, in particolare del primo secolo fino alla metà del secondo, se si escludesse uno più recente risalente al terzo secolo”.
La necropoli si estendeva nella vallata alluvionale tra il Tevere e la Rupe di San Paolo. Fu in uso dal I secolo a.C. al IV d.C., tant’è che, anche negli edifici funerari scavati e pubblicati dal Lugli nell’area che la Sovrintendenza ha in custodia, si coglie il passaggio dal duplice rito funerario di età pagana (incinerazione e inumazione) a quello esclusivo di epoca cristiana (inumazione).
Si tratta di edifici funerari ben conservati e molto leggibili anche per i non addetti ai lavori. Il corredo epigrafico, quindi nomi e informazioni su coloro che sono stati incinerati o inumati, è di grande interesse. Siamo a circa due miglia dalle Mura Aureliane e nel sepolcreto già esistente viene sepolto anche San Paolo, per cui nel tempo questo luogo diventa caro anche ai cristiani. Si può considerare questo monumento un pezzo della storia di Roma che dal paganesimo passa al cristianesimo e arriva fino a noi.
Afferma Margherita: “È uno dei luoghi più interessanti di questo ottavo municipio, dove il Comune di Roma ha anche altre sue proprietà: ci sono per esempio due cisterne, anch’esse di epoca romana, e c’è poi la Porta San Paolo. Si potrebbe creare, dunque, una rete di luoghi culturali minori di pertinenza comunale e incentivarne in questo senso la fruizione”. Conclude Margherita: “Li definisco minori solo perché ci sono molti monumenti importanti nella Capitale, che occupano i vertici di un’ipotetica scala gerarchica, ma ciascuno di questi luoghi è veramente eccezionale ed ha una valenza culturale altissima”.