“Vergine Mediterranea” il nuovo libro di Rita Caccamo presentato all’istituto Don Sturzo di Roma

Da sx Flavia Piccoli Nardelli e Rita Caccamo
On. Flavia Piccoli Nardelli e Rita Caccamo
Alla presenza iniziale dell’onorevole Flavia Piccoli Nardelli, figlia dell’ex Ministro e Segretario della Democrazia Cristiana Flaminio Piccoli, che ha accolto gli ospiti  all‘Istituto Don Luigi Sturzo di Roma, è avvenuta la prima presentazione pubblica di Vergine Mediterranea. Un’adolescenza remota di Rita Caccamo. Il giorno 11 Giugno 2018 a Via delle Coppelle, infatti,  presso la sala rossa, la nota sociologa italiana, emozionata per la sua prima opera letteraria fuori dal genere definito dei saggi a lei congeniali, ha potuto far conoscere la sua ultima fatica edita da Edizioni Nuova Cultura.
Relatori per l’occasione, tutti prestigiosi : Andrea Di Consoli (RAI Uno), Andrea Bixio e Roberta Cipollini (entrambi dalla Sapienza, Università di Roma) e Cipriani Roberto (Roma3). Il libro protagonista - CopiaE’ stato un happening culturale davvero interessante e vario, che ha riscosso il successo che meritava. Tra gli ospiti culturali anche Alessandra Oddi Baglioni vice presidente di Confagricoltura Donna, il compositore e direttore d’orchestra Franco Micalizzi, lo sceneggiatore e scrittore Marco Tullio Barboni, il direttore di doppiaggio Giovanni Brusatori, il direttore della Agenzia spapress Enzo Fasoli.
Rita Caccamo è noto professore di Sociologia alla Sapienza Università di Roma. La narrazione del mestiere in lei si snoda agevolmente, arricchendosi di riferimenti alla letteratura, al teatro e al cinema, in una carriera accademica che conta circa cinquanta pubblicazioni autorevoli in campi di studio e ricerca. Recentemente la sua stessa scrittura si è andata modificando rispetto all’impronta sociologica che ha caratterizzato una personale prestigiosa storia lavorativa, ed è cosi’ che e’ nata l’dea, piano piano, di questo suo primo romanzo appena uscito.
Il parterre dei relatori con l Autrice
Piu’ che un romanzo, si tratta di un racconto di vita, che si rivela incredibilmente denso di riferimenti a persone, luoghi, cose, sepolti nel passato e riattivati nel lavorìo della memoria di Rossana, l’io narrante della storia. Un titolo accattivante per un titolo-filo conduttore che probabilmente il lettore non si aspetterebbe: Vergine Mediterranea. Un’ adolescenza remota.
Ne emergono personaggi, figure, casi, luoghi, che poi scompaiono come delle immagini, per dar volto ad altri; e seguono tutti l’andamento della mente e della sua, intrinseca, discontinuità. Si disegna, quindi, un “genere misto”, che si sviluppa su diversi piani di realtà e d’immaginazione, dando luogo a un romanzo con vena autobiografica, com’è testimoniato dai molteplici riferimenti alla fine del testo. E si esprime nello stesso titolo, che fa riferimento a uno statuto antropologico: quello, appunto, di vergine mediterranea. Leggendolo, si è trascinati dall’onda amica della narrazione.
Marco Tullio Barboni
Non ci sono delle vere e proprie suddivisioni della storia, che si svolge principalmente secondo l’idea ( e la pratica) del flusso di coscienza.
Emerge nella narrazione un ritmo oscillante: ora rievocando eventi passati, di flashback, ora anticipando situazioni che si sono verificate in seguito, dopo il tempo felice (o definito tale) dell’infanzia e della adolescenza.
Molti sono i riferimenti letterari, che si snodano, per antagonismo o conciliazione, con il personaggio principale: da Lolita ad Anne Frank a Colette, a Ginia di Pavese. Vi trova legittimamente posto anche il riferimento a Giacomo Casanova.
Tanti, poi, sono gli sfondi romani, nei quali la protagonista era ed è immersa: luoghi dell’anima, di rimembranza e d’ispirazione per la stessa scrittura.
Questi molteplici nessi e riferimenti sono il frutto di un lavoro di scavo, che si fonda su materiale conscio o inconscio, esterno o interno alla prima persona; e vanno a comporre la storia di Rossana. E a farla leggere con grande interesse.
Rossana protagonista ed il suo mondo – quale sia quello reale e quale quello inventato non ci è dato mai, nella narrazione, con sicurezza saperlo – mostrano una Rita Caccamo intrigante, misteriosa ed adulatrice verso il lettore che, dopo aver letto questo breve concentrato di scrittura, si ritrova conquistato da una penna sagace, colta e dalla rara capacità umana di addentrarsi un in terreno letterario scivoloso, senza cadere vittima di retoriche o analisi superficiali.
Franco MicalizziDonna di grande fascino, Rita Caccamo è storica della sociologia come formazione; ha svolto ricerca in tal senso, per quasi due anni, negli Stati Uniti, dove ha poi pubblicato uno studio sulla città idealtipica americana. Negli ultimi anni si è occupata di moda e “stili di vita”: artisti di strada, giovani in rivolta, single rampanti, fondatori di “nuove” coppie. Tutti soggetti individuali e collettivi che condividono una forte dimensione di resistenza. Ha trascorso la sua vita lavorativa ai massimi livelli sia nell’aggiornamento professionale che nella docenza, occupandosi di argomenti che parlano a tutto tondo di Modernità e Post-Modernità. Interessi accademici e hobby personali si sono intrecciati spesso nel corso della sua professione. Uno per tutti: il viaggio come pratica di apertura, pausa dal lavoro, per potervi poi ritornare arricchiti di nuove esperienze.
Grande viaggiatrice nel mondo e soprattutto alla ricerca continua di “luoghi dell’anima”. E in Vergine Mediterranea. Un’ adolescenza remota di luoghi dell’anima se ne trovano tanti.
Lisa Bernardini
Presidente Occhio dell’Arte
Foto credits di Giovanna Onofri

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